Sempre più giovani si stanno avvicinando alle arti marziali, nelle loro diverse declinazioni. Un fenomeno alimentato anche dai social e dalle esperienze vissute dai diverse fighter all'estero, dall'America alla Thailandia, che le documentano sui vari Instagram o TikTok. Una disciplina, però, vanta pochissimi appassionati: è la Muay Boran, che è il diretto progenitori della Muay thai. Tra i pochi a praticarla c'è un ragazzo di 21 anni, di Pescia (Pistoia), Roberto Ignat detto anche Bobby Superstar. E il perché sia uno dei pochi è spiegato con le foto degli incontri che ha disputato: alle mani, al posto dei guantoni, ha dei bendaggi. Il che spiega come mai i colpi possano avere conseguenze ben più pesanti di quelli della boxe o delle Mma. Ora Ignat tornerà nuovamente a combattere, ma nella disciplina del K1, a Milano, durante l'evento “Petrosyan Mania”.
UNA SFIDA CONTINUA
«Non è facile trovare degli avversari che accettino la sfida a Muay Boran – racconta Ignat, che si allena al Team Petrosyan academy, a Pescia, con il maestro Anthony Bertei – l'ultima volta mi ero preparato e poi il mio avversario ha dato forfait per problemi fisici».
«Vorrei fare di più – spiega – ma io purtroppo non riesco ancora a vivere di questo sport e, per questo, devo lavorare durante il tempo che mi rimane». Classe 2003, Roberto o Bobby, nasce a Roma e cresce tra Finocchio e Gallicano, salvo poi trasferirsi, a Prato e a Pescia. «Qui dove sto adesso – racconta – non c'è molto da fare per noi giovani. Questo sport ti aiuta a stare lontano dalla droga e dalla gente sbagliata. Ma, soprattutto, ha contribuito a donarmi un sogno, qualcosa per cui combattere». E allora ecco il suo prossimo obiettivo: sconfiggere a Milano, nella categoria dei 65 chili, il suo avversario, Saidi, particolarmente ostico poiché è imbattuto. «Lascio al mio allenatore la preparazione del match – dice – io non vedo video sui social, mi fido molto di chi mi guida. Io so solo che combatto per vincere». Dopo questo incontro, al di là del risultato, a luglio volerà in Thailandia, con l'amico Alessio Malatesta, per migliorare la sua tecnica, in un luogo dove la Muay Thai viene rispettata e seguita come il calcio in Europa. «Questi viaggi sono importanti perché ho la possibilità di allenarmi con persone preparate e più forti di me», racconta Ignat.